Comitato
Organistico Cremonese
in collaborazione con
Servizio
di Promozione Turistica della Provincia di Cremona
Touring Club Italiano - Consolato di Cremona
Associazione Patologia Oncologica Mammaria con il patrocinio di AIOC
- Associazione Italiana Organisti di Chiesa promozione e organizzazione: in collaborazione con GIANI
CASA d'ORGANI - Corte De' Frati (CR) Fabbrica d'Organi
Inzoli Cav. Pacifico di Bonizzi F.lli - Crema ( CR) riflessioni di Paolo Bottini MUSICA d'ORGANO nella LITURGIA
a CREMONA chiesa dei Padri Barnabiti di S. Luca La svolta si ebbe con lapprovazione
della legge 1089 del 1939 sulla tutela delle cose di interesse artistico e storico,
grazie alla quale chi si batteva per un ritorno alla vera tradizione organaria
trovò un sostegno valido e ufficiale. Dopo anni di studi, ricerche darchivio
e rilievi sugli antichi strumenti sopravvissuti allondata dei riformatori,
si giunse finalmente al primo restauro storico - con questa espressione si intende
quella complessa operazione che mira a riportare lo strumento nelle sue condizioni
originali, restaurando la parte conservata e ricostruendo fedelmente quelle
mancanti - avente per oggetto il prestigioso organo (1581) della chiesa di S.
Giuseppe a Brescia, opera di una delle più illustri famiglie organarie
dItalia, gli Antegnati. I riflessi cremonesi di
questi fermenti culturali si sono fatti sentire non certo tempestivamente, come
potrebbe lasciar supporre la vicinanza del capoluogo bresciano, vero centro
irradiatore del movimento, e ciò anche a dispetto di una tradizione organaria
locale di grande rilievo, ben radicata nel nostro territorio fin dal XV secolo
(si pensi allorgano di Matteo dAlemagna per un non meglio identificato
"messer lo comandator", datato 1441, il cui disegno - riprodotto sulla
copertina dellopuscolo della nostra rassegna concertistica Organi
Storici Cremonesi- è il più antico disegno dorgano
esistente. Nonostante una prosperosa vita organaria e organistica cinquecentesca
- sopravvissuta in misura molto ridotta negli strumenti cittadini di S. Sigismondo,
S. Maria del Campo, S. Agostino - il patrimonio storico cremonese risale in
gran parte al secolo scorso, grazie alle numerose opere dei bergamaschi Bossi
e Serassi, dei Pavesi Amati e Lingiardi, del cremasco Inzoli, accanto alle più
rare ma importanti presenze dei Montesanti, Damiani, Biroldi, Franceschini,
Cavalli e Bernasconi. Il patrimonio locale è
dunque ricco e, in alcuni casi, di eccezionale interesse. Tuttavia, non si può
altrettanto ben dire per il modo in cui è giunto sino a noi, specialmente
in seguito alle vicende accadute in questultimo secolo. A questo proposito
occorre distinguere tra organi mal conservati e organi manomessi: nel primo
caso, la principale ragione del degrado è dovuta allincuria derivante
da non-uso dello strumento (il quale può comunque essere fonicamente
integro); nel secondo, invece, le responsabilità sono molteplici: è
vero che ad una folta schiera di organari incapaci si è aggiunto un clero
spesso incompetente e assecondante certe effimere mode organistico-liturgiche,
ma è altrettanto vero che tutto ciò va inserito in un più
generale momento di crisi dellorganaria italiana che, nei primi trentanni
del XX secolo ha prima ripudiato e poi dimenticato i principi classici della
sua secolare e gloriosa storia. Poiché in questa
materia, a livello locale, il nostro diretto interlocutore è il clero,
riteniamo che sia urgente un opera di informazione e di aggiornamento
che porti a conoscenza dei parroci, dei giovani sacerdoti e dei seminaristi
non tanto di elementi i tecnica organaria, quanto soprattutto nozioni storiche
e legislative, in modo tale che siano veramente chiare le ragioni - culturali
e religiose - per cui è necessario recuperare e valorizzare il nostro
patrimonio organario. Qui è bene insistere,
poiché sta il nocciolo della questione: siamo consapevoli, infatti, che
un argomento come quello della tutela dei nostri organi storici potrà
avere un seguito, cioè un dibattito - che noi vorremmo sereno costruttivo
- tra mondo organistico ed ecclesiastico, solo se innanzitutto il clero avrà
acquistato la consapevolezza dellimportanza e della ricchezza di un patrimonio
organario come il nostro. La conservazione degli organi
antichi non ha soltanto un interesse culturale e storico, ma coinvolge necessariamente
laspetto liturgico: la banalizzazione della musica sacra (e di chi cerca
di tenerla in vita) non giova certo né alla causa organaria, tantomeno
ad una corretta rivalutazione liturgica della musica. La carenza di restauri
filologici e di organi nuovi nel nostro territorio non è dovuta soltanto
a ragioni economiche: se è pur vero che laspetto finanziario è
spesso un freno anche alle migliori intenzioni, è comunque innegabile
che se le motivazioni spirituali e culturali del far musica in chiesa fossero
intese correttamente (tramite una pratica corale più diffusa e di miglior
livello, con un repertorio di canti autenticamente liturgico, sia sotto laspetto
testuale che musicale), allora anche la salvaguardia del patrimonio organario
diventerebbe una spontanea esigenza. Dunque, prima di tutto, è necessario: 1 - recuperare una conoscenza
storica del nostro patrimonio organario, mediante la ricerca e lo studio
scientifico dei documenti darchivio, al fine di poter individuare con
buona approssimazione le vicende storiche degli organi cremonesi; 2 - far ricorso agli
organismi competenti (Commissione per la tutela degli organi artistici della
Lombardia, Commissione diocesana di Musica per la Liturgia) qualora si decida
di intervenire sugli organi, siano essi antichi o meno; 3 - sostenere iniziative
volte a valorizzare il patrimonio organario locale: rassegne concertistiche,
concerti occasionali, studi e ricerche darchivio; 4 - promuovere unopera
di salvaguardia essenziale: evitare che intervengano sugli organi persone
di dubbia competenza; controllare che vi sia ordine e pulizia in cantoria e
nelle casse degli strumenti; preservare il corpo dorgano (canne, somiere,
mantici) dallazione corrosiva dei topi e da fonti di calore troppo vicine 5 - promuovere unopera
di sensibilizzazione organistica, incoraggiando ragazzi e giovani verso
lo studio dellorgano, in modo tale che nel prossimo futuro siano sempre
più gli organisti competenti in grado di sottrarre i nostri antichi strumenti
al degrado e allincuria; 6 - rivalutare professionalmente
le figure dellorganista e del direttore di coro, premessa irrinunciabile
per attuare concretamente (e dignitosamente) la valorizzazione dellarte
organaria. Ci auguriamo che, a quarantanni
di distanza, gli ideali ispiratori del movimento di tutela organaria attecchiscano
anche nel territorio cremonese, magari trapiantando esperienze e tipi di interventi
realizzati in provincie-modello (Brescia, Bergamo, Milano, Varese, Treviso,
Bologna, Modena, Pistoia, Pesaro, etc.). La salvaguardia del patrimonio culturale
- prima ancora che musicale - costituito dai nostri organi deve stare a cuore
di tutti, parroci e comunità, non solo per conservare antiche vestigia,
ma specialmente per riattualizzarle nel contesto storico, civile e religioso
dei nostri giorni. Comitato
Organistico Cremonese * * * Comitato
Organistico Cremonese L'organo
"orchestra" Lingiardi edificato nel 1877 in cassa cinquecentesca
(ex organo Antegnati) dai celebri organari pavesi per la chiesa parrocchiale
di San Pietro al Po a Cremona vai
alla pagina principale del sito internet "ORGANI CREMONESI"
ORGANI STORICI CREMONESI
Concerti per la valorizzazione del patrimonio organario
ANNO XVIII - 2011
M°
Paolo Bottini
domenica 11 settembre, ore 21
CREMONA
chiesa di S. Maria Maddalena
Paolo Bottini
(organo "Arturo Pedrini", 1969, dono della famiglia dell'Ing. Gianfranco Carutti all'Istituto Musicale Pareggiato di Cremona)
Presentazione del c.d. "Galanterie" registrato da Paolo Bottini
per conto della casa discografica cremonese MV Cremona
in collaborazione con
Touring Club Italiano - Consolato di Cremona
a favore dei restauri della chiesa di S. Maria Maddalena
* * *
domenica 18 settembre, ore 21
CREMONA
Chiesa dei SS. Omobono ed Egidio
Paolo Bottini
(organo di Anonimo del sec. XVIII)
in collaborazione con
Parrocchia dei Santi Giacomo e Agostino
Letture (e ispirazioni) dal Cantico dei Cantici a cura di Elena Bugini
Musiche di Paolo Bottini
* * *
domenica 25 settembre, ore 11.30
CREMONA
Chiesa parrocchiale di S. Pietro al Po
Paolo Bottini
(organo-orchestra "F.lli
Lingiardi" 1877)
in collaborazione con (nonché in beneficenza a favore di)
Associazione Patologia Oncologica Mammaria
ed in memoria di Carla Antonioli Bodini
(Paolo Bottini alle ore 10,30 accompagnerà all'organo anche la santa messa parrocchiale)
Ingresso libero
in collaborazione e con il sostegno di
A COSA SERVE UNA RASSEGNA DI CONCERTI D'ORGANO ?
Porre in particolare luce il patrimonio organario cremonese quale preziosa testimonianza
artistica che nei secoli ha scandito la vita liturgica della Chiesa: è
lo scopo precipuo di questa rassegna concertistica.
Ma l'organo non è un quadro e, dunque, non basta contemplarlo nella propria
magnificenza estetica, è uno strumento musicale « il cui suono
è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa,
e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti » [1] e
come tale va suonato... possibilmente da suonatori competenti.
Questa complessa macchina musicale che si chiama organo può essere pienamente
parte integrante del rito solamente grazie alla inappuntabile guida di un esperto
pilota: chi alla consolle dell'organo si trova in imbarazzo, senza scampo trasmetterà
all'uditorio la medesima fatica che egli prova nel guidare la macchina, rischiando
di far passare messaggi avulsi dal rito che si celebra.
Non è, infatti, scontato ricordare che «Il canto e la musica devono
essere degni del mistero che si celebra » [2] e che le forme musicali,
nella loro legittima diversità accolte dalla Chiesa, devono essere sempre
« concordi con lo spirito della sacra liturgia » [3].
Palesi difficoltà di natura economica - forse supportate dalla sensazione
che investire sulla qualità della liturgia sia atto non prioritario per
la vita della Chiesa - scoraggiano le comunità parrocchiali ad investire
sul restauro degli storici organi esistenti e, soprattutto, sulla edificazione
di nuovi; e pure, qualora si riesca a completare un restauro o l'erezione di
un nuovo organo, è rarissima cosa pensare all'istituzione di una figura
ecclesiale che, anche a tempo pieno (e, di conseguenza, godendo di adeguata
remunerazione) si occupi del ministero del canto e della musica con adeguata
preparazione musicale e liturgica: grazie a Dio (e alla precisa volontà
del nostro Vescovo Dante Lafranconi!) nella nostra Diocesi esistono corsi
specifici in proposito [Associazione Musicale Marc'Antonio Ingegneri],
rivolti soprattutto a chi, con spirito di servizio e abnegazione, svolge ogni
domenica l'incarico di occuparsi della musica e del canto a servizio della celebrazione
eucaristica e dovrebbe sentire grave l'obbligo di perfezionare costantemente
le proprie competenze sia musicali che liturgiche.
Forse non siamo lontani dal riconoscimento ecclesiale di un vero e proprio ministero
del canto e della musica nella liturgia: ce lo annuncia M°
don Graziano Ghisolfi (responsabile musicale dell'Ufficio per il Culto Divino
della Curia Vescovile di Cremona nonché vicepresidente della Scuola Diocesana
di Musica Sacra Dante Caifa):
« Si potrebbe pensare ad una figura che riassuma in sé tutte
le funzioni musicali in ambito liturgico, con investitura ministeriale. In altri
termini sarebbe auspicabile che almeno le chiese più importanti di ogni
Diocesi abbiano una figura stabile di musicista che svolga le funzioni sia del
cantore che dellorganista. Se, infatti, guardiamo alla prassi in uso nelle
piccole parrocchie, si nota che ormai di fatto lorganista è la
figura di riferimento per il canto nella liturgia: insegna i canti, li accompagna
allorgano, istruisce leventuale cantore solista, sceglie il repertorio,
dirige il coro, accompagna i riti liturgici con il solo organo quando mancano
i cantori.
La presenza, inoltre, di un grande patrimonio di organi storici nella nostra
diocesi, richiede senza dubbio una grande competenza in grado di valorizzare
pienamente le notevoli risorse timbriche di tali strumenti. Spesso, infatti,
gli organi antichi presentano soluzioni e congegni tecnici di particolare complessità,
tale da ostacolare lapproccio anche dellorganista discretamente
preparato. Pertanto, se lorganista-cantore professionalmente competente
è auspicabile ovunque, a maggior ragione se ne rende necessaria la presenza
laddove vi sia un organo di particolare pregio storico-artistico.
Nei confronti del patrimonio organario storico, lorganista-cantore riveste,
dunque, un duplice ruolo: da un lato, mediante luso liturgico, egli rende
attuali e vive nel presente questa preziose testimonianze artistiche del passato;
dallaltro, con il suo operato svolge fondamentali mansioni di tutela e
salvaguardia culturale. » [4]
È urgente, dunque, il rafforzamento della educazione liturgica di base
rivolta innanzitutto ai piccoli nelle nostre comunità parrocchiali, ma
anche in maniera ben più approfondita, ai sacerdoti: anche il cardinale
Ratzinger in proposito diceva «l'educazione liturgica di sacerdoti e laici
è oggi deficitaria in misura assai triste. Qui resta molto da fare»
[5]
Ma perché una rassegna di concerti d'organo dovrebbe far riflettere su
questi argomenti?
Non è sufficiente ascoltare della bella musica in concerto
e poi la domenica a messa accontentarci della mediocrità liturgico-musicale?
Se la risposta è affermativa, forse vale la pena riflettere su quest'altra
(forte) affermazione del cardinale Ratzinger: « Sono convinto che la crisi
ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia,
che talvolta viene addirittura concepita etsi Deus non daretur: come
se in essa non importasse più se Dio cè e se ci parla e
ci ascolta. Ma se nella liturgia non appare più la comunione della fede,
lunità universale della Chiesa e della sua storia, il mistero del
Cristo vivente, dovè che la Chiesa appare ancora nella sua sostanza
spirituale? Allora la comunità celebra solo se stessa, senza che ne valga
la pena. E, dato che la comunità in se stessa non ha sussistenza, ma,
in quanto unità, ha origine per la fede dal Signore stesso, diventa inevitabile
in queste condizioni che si arrivi alla dissoluzione in partiti di ogni genere,
alla contrapposizione partitica in una Chiesa che lacera se stessa. Per questo
abbiamo bisogno di un nuovo movimento liturgico, che richiami in vita la vera
eredità del concilio Vaticano II ». [6]
M° Paolo Bottini,
dir. art. C.O.C.
Cremona, il 28 luglio 2007, Ioannis Sebastiani Bachij in memoriam
_____________________
[1] Concilio Vaticano II - Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium
sulla Sacra Liturgia, cap. VI, n.120, 1963
[2] «L'Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa»
- Lineamenta del Sinodo dei Vescovi riuniti in XI Assemblea Generale Ordinaria,
febbraio 2004
[3] Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti al Convegno Internazionale di
Musica Sacra (25-27 gennaio 2001)
[4] Graziano Ghisolfi, La pastorale della musica e del canto nella diocesi
di Cremona: prospettive e ipotesi di lavoro, tesi di diploma al Corso di
Perfezionamento Liturgico-Musicale della Conferenza Episcopale Italiana, Roma,
luglio 2000; testo completo scaricabile in formato word cliccando QUI
[5] Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia, San Paolo,
2001
[6] Joseph Ratzinger, La mia vita Ricordi (1927-1977), San Paolo,
1997, pag. 113
(primo sabato del mese, ore 17.30 ante missam: Michele Bosio all'organo
"Rotelli" 1901, con la partecipazione di Hiroko Miura, soprano)
ORGANI
STORICI CREMONESI
Un patrimonio da conoscere e da salvare
Nel 1955, con il restauro dellorgano Antegnati della chiesa di
S. Giuseppe a Brescia - promosso e curato da Luigi Ferdinando Tagliavini - prendeva
il via in Italia il movimento di tutela e salvaguardia del patrimonio organario
nazionale. Non si trattò di un semplice restauro, ma di un vero e proprio
evento che, per la prima volta, cominciava a porre rimedio ai deplorevoli effetti
causati dalla fase di industrializzazione dellorganaria italiana, ribadendo
invece limportanza dei criteri artigianali tradizionali.
Cremona, marzo 1995
(dal Direttorio Liturgico-Pastorale della Diocesi di Cremona - 1998)
471. Le affermazioni contenute in Sacrosanctum Concilium 120: Nella
chiesa latina si abbia in grande onore lorgano a canne come strumento
musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere mirabile
splendore alle cerimonie della chiesa, e di elevare potentemente gli animi a
Dio e alle realtà supreme., e nei successivi documenti del
Magistero esortano la diocesi a stimare convenientemente il suo cospicuo patrimonio
organario, sia per la sua fruizione liturgica che per la sua valenza culturale.
(...)
472. (...) Facilmente la scarsa conoscenza del valore di uno strumento e il
disinteresse nei confronti della musica sacra inducono a dilazionare nel tempo,
se non addirittura ad escludere, progetti di intervento. Rimane tuttavia il
dovere, per le comunità parrocchiali, di tutelare gli organi a canne
che costituiscono comunque parte rilevante del patrimonio liturgico e artistico
delle chiese.
475. Le parrocchie sprovviste di un organo a canne prevedano concretamente lopportunità
di dotare la propria chiesa di questo strumento. Il ricorso ad apparecchiature
elettroniche sostitutive è da ritenersi improprio e provvisorio.
478. Si ricorda che la tutela e la fruizione del patrimonio organario, sia antico
che moderno, non può prescindere dalla formazione di organisti competenti
che, a loro volta, sono garanzia di un utilizzo corretto degli strumenti, della
qualità degli interventi liturgici e della promozione culturale della
comunità cristiana.
via Milazzo
n.37 - 26100 Cremona
(restauro fonico 2008 a cura di Giani
Casa d'Organi)